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torna alle cronache polinesiane

25 dicembre
ventitresimo giorno – Aratika/Fakarava/Toau.

     Ore 2,00 della notte e finalmente si parte. La nave è rumorosa ma il maschietto ricercatore russa più forte dei rumori dei motori. Metto i tappi di cera nelle orecchie e mi addormento, qualche sveglia per il rollio della nave che mi fa rotolare da una parte all’altra della cuccetta, ed alle 4,30 sveglia per bisogni fisiologici ma con difficoltà per il rollio. Vado in cabina comando dove non c’è nessuno, la nave è pilotata dal pilota automatico ma c’è il motorista sveglio che ogni tanto si affaccia e guarda se all’orizzonte c’è qualche altra nave. Alle 7,30 come da previsione arriviamo a Fakarava, sul molo c’è poca gente ma in pochi minuti arrivano diversi fuoristrada ed una cinquantina di indigeni polinesiani che aspettano merci varie. L’equipaggio monta un piccolo gazebo dove si installa il capitano della nave con una valigetta piena di soldi per acquistare pesci e copra venduti dagli indigeni. Arriva la Polinesiana in fuoristrada, ci presenta una sua amica di 44 anni e circa 160 kg. di peso, è la padrona della pensione Matariva di Toau dove saremo ospitati, con due belle figlie e figli venuti a prendere molta merce dalla nave. Scarichiamo i nostri bagagli dalla nave e li consegniamo alla padrona della pensione e lasciamo alla polinesiana due cartoni di sabbia ed un sacchetto di conchiglie da mettere nel congelatore. Poi ci facciamo accompagnare nella pensione dove alloggiano i due ricercatori sub, pago la pensione e facciamo sosta in attesa di partire con un motoscafo veloce per Toau. Ci danno da mangiare un panino con polpetta di carne e patate fritte, mentre ci riposiamo al fresco grazie ad un delizioso venticello sotto una tettoia di foglie di palme. Mi viene sonno ma devo alzarmi perchè ora dobbiamo partire. Il motoscafo è lungo quasi 7 metri chiglia piatta e motore fuoribordo da 200 Hp. In vari contenitori hanno sistemato i nostri bagagli e molti cartoni di cibarie, ci sono anche due fusti da 200 litri pieni di carburante, a bordo oltre a noi 4 c’è quasi tutta la famiglia della padrona della pensione di Toau compreso un bambino di 6 e due di 3 anni. In totale siamo 12 e facendo un conto del peso sfioriamo quasi i 12 quintali. Nonostante il peso il motoscafo fila veloce in laguna, usciamo dalla pass nord di Fakarava ed osserviamo la barriera corallina.Il motoscafo corre un poco meno in oceano perché è mosso con onde di 2 metri. Dalla passe sud entriamo nella laguna di Toau bagnati dagli spruzzi da capo a piedi, in laguna il motoscafo torna ad essere veloce e dopo un ora e quaranta minuti di viaggio arriviamo alla pensione. A Toau nel villaggio principale ci sono poche case ed una cabina del telefono e purtroppo non funziona il vinì. Nella pensione ci sono quattro bungalow per i turisti, doccia e bagno in bungalow a parte, ristorante con unico tavolo per 16 persone sulla spiaggia sotto tre grandi alberi, altro tavolo all’interno per 12 vicino ad un albero di natale. Sono molto accoglienti e ci servono subito un aperitivo con mandorle. Poi per cena pesce pappagallo crudo, sempre pesce pappagallo cotto con verdure miste, spezie e latte di cocco e per dessert pere sciroppate. A tavola c’è tutta la famiglia, anche i bambini. Restiamo a parlare per pochi minuti e alle 20,30 andiamo tutti a letto. Con successo dormo senza tappi di cera nelle orecchie, sento solo il rumore del vento e lo sciabordio delle piccole onde sulla riva della laguna, dopo la disavventura di Aratika finalmente mi sento di nuovo a mio agio come in tutti gli altri posti dove sono stato in Polinesia.
(FOTO PARRAVICINI - FAKARAVA - Barriera corallina che protegge l'atollo dalle onde dell'oceano)
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