Spedizioni Scientifiche Malacologiche
Inventario Malacologico degli Atolli
della "Riserva Biosfera di Fakarava"
Arcipelago Tuamotu - Polinesia Francese - Oceano Pacifico

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     Un compleanno speciale nell’isola di Niau
21 dicembre 2008


Testo e foto di Giovanna Castiglioni e Sergio Andò
Milano 1 febbraio 2009

Il 19 dicembre dopo un lunghissimo viaggio, il gruppo di “malacologi” arruolato per una missione scientifica in Polinesia Francese si è finalmente ritrovato a Niau. L’isola è davvero unica sia per la singolare conformazione geologica dell’atollo, elevato di diversi metri sul livello del mare, sia per una vegetazione rigogliosa che nasconde, come in uno scrigno, una laguna misteriosa priva di pass verso l’oceano (fig. 1).

Gli abitanti sorridenti e cordiali ci accompagneranno durante il nostro soggiorno e ci mostreranno alcuni angoli di questo luogo unico ed indimenticabile. Il 20 dicembre il signor Ririfatù, Responsabile della Biosfera di Niau, ci conduce lungo una strada in terra battuta che percorre in un anello l’intero atollo (fig. 2).

FIG. 1 VEDUTA AEREA DELL'ISOLA DI NIAU

FIG. 2 IL GRUPPO DI MALACOLOGI E' PRONTO PER LA RICERCA
Il camioncino messo a disposizione dal Comune di Niau è guidato con abilità tra verdi palme agitate dal vento e alberi da cocco che fanno da scenario a scorci mozzafiato. Per la prima volta assaggiamo l’acqua della noce di cocco che ci disseta e ristora durante le soste tra un campionamento e l’altro. L’ultimo stop è dedicato alla ricerca dei “pupuniau”, conchiglie di terra e ci regala una gradita sorpresa.
Un bellissimo martin cacciatore di Niau, specie autoctona, viene a posarsi sopra le nostre teste lasciandosi fotografare incuriosito dalla nostra presenza (fig. 3).

FIG. 3 MARTIN CACCIATORE DI NIAU
Il giorno prima del mio compleanno si conclude con un bagno presso il molo del paese dove i bimbi dell’isola giocano scivolando sulle alghe con incoscienza, maestria e agilità (fig. 4). Il bagno al tramonto in un mare ormai spento dei suoi colori del giorno e in attesa della luce delle stelle, è veramente elettrizzante. A pochi metri di profondità vi è un mondo di pesci colorati dove due squali pinna nera nuotano senza badare alla nostra presenza. Una breve dormita e il giorno 21 comincia presto, molto presto, con la sveglia delle ore 2: è la prima escursione notturna sul reef tutti insieme e l’emozione è grande!

Preparate le torce, i retini e avvolti da una nuvola di repellente per le zanzare, assonnati, ma eccitati, ci incamminiamo al buio sotto una stellata che ci fa sentire tanto piccoli e lontani dall’Italia. Dopo pochi passi in direzione del molo Sergio annuncia al gruppo che è il mio compleanno, io me ne ero completamente dimenticata, non vi dico l’emozione che nel mio cuore cresceva come un’onda che si avvicina al reef.

Un compleanno tra amici, dall’altra parte del mondo,
e quando mi ricapita più?!

Giunti al molo, ci allontaniamo alcune centinaia di metri dall’area abitata per minimizzare l’impatto antropico sul campionamento e iniziare la ricerca. Libero distribuisce un retino ogni due persone e procediamo, con la bassa marea, alla ricerca delle conchiglie. Durante ogni osservazione si è certi di fare incontri imprevisti e graditi, infatti subito un polpo disorientato e attratto dalle luci si esibisce nella sua danza mimetica senza scappare. Dopo pochi minuti l’incontro con le murene non desta più stupore tranne quando decidono di scappare scartando veloci tra le nostre gambe. Camminiamo per circa 1 chilometro e intanto alle 4:15 le prime luci ci ricordano dell’imminente alba (fig. 5).
Stanchi, ma felici della fruttuosa raccolta decidiamo di tornare verso il paese dalla strada litoranea. Incontriamo una famiglia ancora impegnata in festeggiamenti che ci saluta calorosamente. Raggiunto il molo ci sediamo tutti insieme aspettando l’alba che in poco tempo ci avvolge con i suoi colori. In pochi minuti raggiungiamo casa e sfruttiamo al massimo due ore di sonno prima di una robusta colazione a base di pesce crudo condito con latte di cocco. Il campionamento prosegue con una ricerca sulle scogliere prima dell’aeroporto. Camminare sulle rocce acuminate si rivela impresa da equilibristi, il sole picchia implacabile e non vi è palma sotto cui sostare. Il paesaggio ci rimanda per un attimo alle scogliere che sulla Penisola di Guadacabibe presso Maria La Gorda a Cuba chiamano “dente di cane”. In effetti il fenomeno che produce la dissoluzione delle rocce calcaree è lo stesso, ma qui mancano le iguane… L’ambiente della scogliere si rivela pericoloso per le onde incessanti dell’oceano non rallentate in questa area dal reef e per le taglienti rocce a strapiombo sul mare. Alcuni di noi, come vedette, osservano il ritmo del mare e contano i treni d’onda avvisando gli altri in caso di pericolo, altri campionano le conchiglie tra un frangente e l’altro (fig. 6). Vinti dal sole torniamo alla strada e troviamo il sindaco di Niau e Ririfatù che in auto ci accompagnano al vecchio villaggio. Qui mi offro volontaria per il campionamento in acqua, unico modo per sottrarsi al caldo… vengo seguita da tutti e sarà l’unica volta in cui non troverò conchiglie, ma vedrò tantissimi e coloratissimi pesci… forse troppa stanchezza!

Torniamo a casa per pranzo, indossiamo le magliette preparate per la missione e alle 15:30 ci rechiamo in paese dove ci attende la più sorprendente delle performance musicali a cui abbia mai assistito (fig. 7).
Alcune persone del paese ci accolgono in uno spazio in cui periodicamente si incontrano per discutere dei fatti accaduti sull’isola e per proporre ed avere consigli per le cose pratiche della vita quotidiana. Si cominciano a radunare molte persone che indossano coloratissime camice di tessuto a fiori e portano con se strumenti musicali a corda e percussione. Con gentilezza ci invitano a sederci su delle panche accanto a loro per ascoltarli. Alcuni bambini con occhi dolci e la voglia di giocare scherzano tra loro e imitano i gesti dei grandi suonando chitarre immaginarie sulle loro magliette.
Alcune donne raggiungono il gruppo di uomini con i loro strumenti, altre cantano e tre di loro sono sedute ad una scrivania e fanno da coordinatrici leggendo brani in lingua Tuamotu che per noi sono solo suoni a tempo di musica (fig. 8).

In un cerimoniale non improvvisato si alternano voci e musica e noi assistiamo increduli a questo spettacolo fuori dal tempo. Tutti i partecipanti esprimono con gioia e a volte con sonore risate la loro appartenenza alla comunità. Le musiche sono quelle tradizionali, mentre le parole (ci verrà poi spiegato) sono brani religiosi moderni adattati ai ritmi dei musicanti (fig. 9).
Dopo due ore di questo spettacolo ci viene chiesto di presentarci uno per volta e raccontare brevemente qualcosa di noi. In cambio, come segno di benvenuto e generosità connaturata a questi popoli, ci vestono con collane di fiori profumate e di conchiglie colorate (fig. 10). Frastornati da tanta umanità e provati dal caldo usciamo in strada sereni ed increduli davanti a tanta gioia di vivere e ad una felicità d’animo così pura. I musici si incamminano festosi verso le proprie case, rimangono ancora i bambini che sciamano ridendo per le bianche strade del paese. Il ragazzo che ci ha fatto da interprete parlando inglese si ferma ancora alcuni minuti con noi. Scopriamo che lavora per Air Tahiti e ha molto a cuore il destino dell’isola. Ci rivela infatti che vi sono interessi per lo sfruttamento intensivo dei fosfati presenti nella laguna di Niau. La sua preoccupazione diventa anche la nostra immaginando lo scempio, che tale attività, porterebbe sull’isola. Cerchiamo di rassicurarlo suggerendo di fare leva sull’esistenza di una Biosfera e promettendo di segnalare alle Autorità competenti questa preoccupazione. Mentre stiamo per tornare a casa torna un anziano musicista senza più il suo strumento, ma con in mano una conchiglia (Chama) che reca su una parte del guscio una misteriosa scritta rovesciata, come riflessa in uno specchio, su cui si legge chiaramente “NAWIAT” = “TAIWAN”. Cominciamo a fantasticare su come possa essere arrivata sino a Niau e occorreranno molti giorni per svelare questo mistero. Giunti infatti a Toau scopriremo che questa conchiglia, che si lega alle corde delle boe e agli stessi galleggianti, crescendo, reca impresso come stampato in negativo il disegno o la scritta eventualmente presente sull’oggetto che la sostiene. Con i suoni della festa che echeggiano nelle nostre teste percorriamo ancora una volta la bianca strada verso casa. Appena sveglia sapevo che questo 21 dicembre sarebbe stata una giornata molto, molto lunga, ma non potevo immaginare che, una volta tornati a Milano, dopo quasi un mese, il ricordo indelebile di un giorno così intenso della mia vita, potesse riportarmi ai quei momenti d’avvero speciali come se fossi ancora lì (fig. 11).



Grazie a Libero
Sergio, Silvia, e gli altri amici italiani
per aver reso questa giornata indimenticabile
Giovanna